377 persone si sono fatte ibernare nella speranza di tornare in vita in futuro
La crioconservazione è una tecnica che prevede l’ibernazione di una salma: le persone che hanno deciso di sottoporsi a questo procedimento lo hanno fatto nella speranza che, in futuro, esistano nuove tecnologie e nuovi metodi che consentano di riportare in vita i defunti.
Come riporta il Fatto Quotidiano, oggi sarebbero ben 377 le persone che hanno deciso di farsi ibernare dopo la morte; tra queste ci sarebbero almeno 8 italiani, due dei quali sono ancora in vita ma hanno già predisposto l’ibernazione come alternativa alla sepoltura una volta che saranno morti. Uno di loro è un professore di letteratura il quale ha definito l’ibernazione come “l’unica alternativa all’estinzione”, oltre che una “scommessa” che gli dà serenità.
Sono tre le società che si occupano di crioterapia, le statunitensi Alcon e Cryonics e la russa KrioRus: il prezzo per predisporre la propria ibernazione è di circa 100mila dollari ma bisogna considerare che, al momento, ancora non esiste una tecnica per risvegliare le persone.
La procedura inizia non appena il cuore smette di battere, prima che sia dichiarata la morte cerebrale: a quel punto il sangue viene sostituito da una sostanza che protegge dalla principale controindicazione della tecnica, ossia il congelamento dell’acqua nelle cellule. Subito dopo il corpo viene portato a -196 gradi e conservato a testa in giù nei “tewar”, cisterne piene di azoto liquido.
È possibile conservare anche solo il cervello e in quel caso il costo è inferiore, di circa 80mila dollari, ma i prezzi variano tra le tre aziende, che consigliano ai potenziali clienti di stipulare un’assicurazione sulla vita. In questo modo è possibile coprire i costi della crioconservazione, che comprendono non solo l’ibernazione, ma anche il trasporto della salma presso l’azienda che la ibernerà.