LENNY KRAVITZ: “ RIFIUTATO DALLE CASE DISCOGRAFICHE”

LENNY KRAVITZ: “ RIFIUTATO DALLE CASE DISCOGRAFICHE”

Oggi è un musicista di fama mondiale ma riuscire a emergere non è stato affatto semplice per Lenny Kravitz: in una recente intervista, infatti, il cantante ha raccontato che agli esordi è stato rifiutato da diverse case discografiche che hanno giudicato la sua musica non abbastanza ‘nera’.

In effetti, lo stile di Lenny è molto particolare e non può essere etichettato all’interno di un genere ben definito: la sua musica è un vero e proprio mix tra il rock psichedelico e il rock più puro, senza tralasciare qualche sfumatura funk. Ma per i discografici dell’epoca questo genere non avrebbe potuto funzionare perché non si addiceva molto alla personalità dell’artista né al tipo di musica in voga in quegli anni.

Sapevo di seguire la mia strada, raccontando la mia verità – ha dichiarato Lenny – ma in quel periodo quasi tutti gli addetti ai lavori dell’industria musicale mi dicevano che non avrei potuto fare una cosa del genere. Portavo in giro la mia musica in tutte le case discografiche ma ottenevo sempre la stessa risposta, ossia che non era abbastanza ‘nera’”.

La questione, in realtà, riguardava anche il mercato musicale: “Queste persone non credevano nella mia musica – ha detto anche il cantante – o forse non sapevano come venderla o come commercializzarla. Ho ricevuto delle offerte ma solo a patto di cambiare genere musicale. Ma non sono mai sceso a compromessi, io volevo fare la mia musica”.

Lenny è testardo e così ha continuato per la sua strada, non senza problemi: per un periodo è stato persino costretto a dormire in macchina perché era rimasto senza soldi, ma non ha mollato e la sua tenacia lo ha ripagato, considerando dov’è arrivato in seguito, dopo il grande successo arrivato nel 1993 con Are You Gonna Go My Way.

Non ho mai detto di voler essere una star – ha spiegato – ho sempre detto di voler essere un musicista. Il mio sogno si è sempre basato sulla mia arte, non su quanti dischi avrei venuto o su quanta gente avrebbe riempito le arene ai miei concerti”.

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