Montecalvo Irpino, Unione Popolare chiede l’applicazione di sgravi fiscali alle attività commerciali

Montecalvo Irpino, Unione Popolare chiede l’applicazione di sgravi fiscali alle attività commerciali

Riceviamo e pubblichiamo una lettera inviata al Sindaco di Montecalvo Irpino da parte del Gruppo Unione Popolare

Il gruppo “ Unione popolare “, dopo circa due mesi di chiusura di molte attività sul territorio,  chiedono all’amministrazione di valutare le problematiche socio-economiche e occupazionali che a breve verranno a determinarsi nella comunità montecalvese.

Tenuto conto che molte attività commerciali sono ubicate in spazi centrali, ma insufficienti e complicati per essere adeguati alle norme imposte dallo Stato, se non con temporanee concessioni  di spazi pubblici,

considerato che gli esercenti dovranno eseguire interventi di sanificazione, oltre all’acquisto di attrezzature ed indumenti, per prevenire eventuali contagi, con aggravio considerevole di spese,

valutato che eventuali distanziatori tra le persone all’interno dei locali e la frequentazione della clientela renderanno le vendite meno agevoli e disinvolte, e in considerazione del fatto che a Montecalvo non ci sono i presupposti per colazioni o aperitivi a domicilio,

il Gruppo chiede che a queste categorie vengano applicati sgravi fiscali e ogni altra agevolazione che funga da volano economico e sociale, dalla TOSAP, alla TARI, all’IMU.

L’ amministrazione, al di là del momentaneo mancato incasso, consideri che il volto del paese si stravolgerebbe se talune attività dovessero dichiarare la chiusura. Montecalvo, già fortemente svuotata di tante attività, continuerebbe ad impoverirsi, venendosi a sgretolare il tessuto commerciale e artigianale, sia centrale che periferico.

Si pensi, ad esempio, all’ aumento della disoccupazione, al conseguente allontanamento della forza lavoro, ai locali commerciali sfitti, alle mancate entrate nelle casse dell’Ente comunale, insomma, alla perdita e allo svuotamento irreversibile di alcuni ambienti umani, sociali e storici del paese.

Serve, in questo momento, un respiro economico rassicurante, un po’ di ossigeno che metta in moto il coraggio e la speranza di chi ha dovuto eseguire la serrata e ancora non riapre, …e come riaprirà. 

Gli amministratori possono e devono valutare le conseguenze delle loro azioni politiche e amministrative, mettendo in atto tutte le coordinate per dare continuità e certezze ai primi attori delle attività ed impedire, o almeno arginare, danni irreversibili.

Molti comuni si stanno muovendo, mettendo in moto una vera e propria macchina di solidarietà: rassicurano gli esercenti e le aziende, attivano tutte le misure per dare continuità al lavoro e lo mettono in sicurezza , svolgono servizio continuo e costante di informazione, concertano la concessione di spazi pubblici e,  soprattutto, applicano gli sgravi fiscali come punto essenziale di riavvio.

L’ obiettivo è quello di difendere le comunità, affinché queste non vengano sopraffatte da un altro virus, forse più grave del “corona”, quello dell’ abbandono e del fallimento.

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