Ultimo si racconta in una intervista tra amore, ipocondria e musica

Ultimo si racconta in una intervista tra amore, ipocondria e musica

In una recente e lunga intervista al Corriere, Ultimo si è messo a nudo raccontando tutto della sua vita, dagli esordi, alla famiglia, dalla scuola, all’ipocondria. In particolare, sull’amore per Jacqueline Luna Di Giacomo, figlia di Heather Parisi, ha dichiarato: “Ci siamo innamorati senza esserci baciati. Ha una naturalezza, una solarità, un modo di essere invisibile ai piùVolevo capire cosa si nascondeva dietro di lei. Così appena è stato possibile l’ho raggiunta in America”.

L’intervista attacca con il suo primo ricordo: “La Roma – racconta Ultimo – Abbiamo vinto lo scudetto. Ho solo cinque anni, papà non può portarmi con lui allo stadio; però mi porta a casa una zolla del prato dell’Olimpico, avvolta in una sciarpa giallorossa”. 

E poi, la musica: “A otto anni. Pianoforte. L’ho studiato per dieci anni, all’inizio con il maestro Santi Scarcella, che saluto. Mio papà Sandro mi spingeva su una strada più protetta, ma mia mamma Anna mi ha sempre incoraggiato. È una sorcina persa, ascoltavamo Renato Zero tutto il giorno. C’è un verso che mi è rimasto impresso: sana ingenuità. Io sono così: sanamente ingenuo”. 

Ma per Ultimo non è sempre stato tutto rose e fiori. Ha raccontato, infatti:  “Sono ipocondriaco, nel senso che vorrei avere tutto sotto controllo; ma nessuno può avere tutto sotto controllo. È cominciato quando a sedici anni, per preparare un esame di ammissione a un liceo, mi sono fatto un’intera caffettiera e mi è venuta la tachicardia. Mi sottopongo a due, tre visite alla settimana. Devo ricordarmi di bere più acqua, perché l’ecografia indica che sono sempre disidratato. Ora da tredici giorni ho smesso di fumare. Ma mi sa che ricomincio. So che è sbagliato, ma senza è tremendo”.

E ancora, “Ho frequentato a lungo uno psichiatra e una psicoterapeuta, Raffaella, le sono molto affezionato. Non c’è nulla di male ad avere un problema; il vero problema è negare di averne. Parli a un medico, ma in realtà stai parlando a te stesso. È importante parlarsi, conoscersi, capire cosa c’è dietro a quello che siamo”.

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