Virologa cinese fuggita in USA insiste: “Il Covid-19 è stato creato in laboratorio con la volontà di diffonderlo”

Virologa cinese fuggita in USA insiste: “Il Covid-19 è stato creato in laboratorio con la volontà di diffonderlo”

Li-Meng Yan è una virologa cinese che è stata la prima a firmare il Rapporto Yan, un dossier di 26 pagine sul Coronavirus. In una nuova intervista, la dottoressa ha raccontato di aver iniziato a studiare il virus lo scorso 31 dicembre; in seguito le autorità cinesi hanno reso noto il primo caso accertato il 7 gennaio, ma secondo lei in realtà il primo caso risalirebbe addirittura al 16 novembre 2019.

Li-Meng Yan lavorava al laboratorio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità presso l’Università di Hong Kong e ha continuato la sua attività fino alla scorsa primavera, quando poi è fuggita negli Stati Uniti perché nel suo Paese non si sentiva più al sicuro e perché voleva continuare a studiare il virus in totale libertà. Adesso si trova a New York, dove vive sotto la protezione degli USA. È da lì che ha fatto delle rivelazioni sconcertanti.

“Ci troviamo davanti non a un virus derivato da un patogeno naturale, ma a un virus artificiale, elaborato e rilasciato dal Wuhan Istitute of Virology, un laboratorio di massima sicurezza che è posto sotto il controllo del Partito comunista cinese – ha dichiarato – è stato creato un virus letale al fine di diffonderlo senza poter risalire agli autori”.

Nessuno dice la verità. Il governo cinese, l’Oms, il mondo scientifico – ha sottolineato – Ho studiato il genoma del Sars-Cov-2 e quel corredo cellulare non esiste in natura. È molto simile a un virus in possesso di un laboratorio di ricerca militare, un Sars-like-Cov isolato anni fa, chiamato Zc45/Zxc21. Nel mio studio spiego in modo dettagliato la procedura seguita dal Wuhan Institute of Virology per modificare tale coronavirus. Alcune parti sono state aggiunte, scambiate, modificate con l’obiettivo di farlo sembrare un virus nuovo. La regione del virus che caratterizza l’infezione del Sars-Cov-2, chiamata Rbm, assomiglia molto a quella del virus Sars-Cov-1, responsabile dell’epidemia di Sars”.

Ma non è tutto: “Una proteina di Sars-Cov-2 chiamata Spike esiste in un sito di taglio per la furina che manca in tutti gli altri coronavirus simili a questo – ha continuato la virologa – questa caratteristica del nuovo coronavirus induce a pensare che il Covid-19 non sia naturale, ma sia stato creato artificialmente. Le tecniche usate per creare il Covid-19 erano state impiegate fin da 2008 da un gruppo di ricerca coordinato dalla dottoressa Zhengli Shi del laboratorio di Wuhan – ha proseguito per poi concludere – E il fatto che la stessa regione Rbm sia stata modificata dalla dottoressa Shi e da suoi collaboratori è la pistola fumante, è la prova che il Sars-Cov-2 è il prodotto di una manipolazione genetica”.

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